martedì 8 ottobre 2013

"Storia di un povero Zombi"

E' vero quel che si dice: quando si muore la vita che hai vissuto ti scorre tutta davanti agli occhi in un rapido susseguirsi di immagini e flashback.
Ed è proprio quello che è successo a me.
Gli ultimi istanti che ricordo però chiaramente sono quelli in cui mi hanno visto in un letto di ospedale, divorato dalla febbre, scarnito nel volto e cosparso di pustole.

Buio.


Poi luce...progressivamente una luce fortissima.
Pensavo: ecco l'aldilà che mi attende e invece no.
Niente più dolore, non ho sentito né freddo e nemmeno caldo. Niente.
Ho aperto gli occhi. Di nuovo. Mi sento pervaso da una strana sensazione, qualcosa che non mai provato prima e che non riesco a spiegare.
Ed ecco che ritrovo quello che resta di quella stanza di ospedale, candida culla che ha vegliato sulla mia morte e che adesso assiste alla mia rinascita.
Non sono molto lucido, riesco però a pensare solo che non ricordo più nulla di me, di quello che ero prima...il mio nome, il mio lavoro...niente.

Faccio fatica a reggermi fisicamente ma in qualche modo mi metto in piedi e pian piano mi riapproprio dei miei passi.
Esco lentamente dalla stanza e mi imbatto in uno specchio. Oddio che cosa sono diventato!
Non ricordo com'ero prima, ma anche se non fossi stato un principe della bellezza niente è paragonabile a come sono ora.
Sono seminudo, le pustole sul corpo sono sparite, al loro posto ci sono macchie violacee dappertutto, pezzi di pelle mancanti o che pendono, macchie di sangue raggrumato e i miei occhi...sono spaventosi.
Bianchi e infossati, senza sguardo, senza emozione. Ho le labbra screpolate e ho perso capelli.
Sono qualcosa di nuovo, di diverso, non ho niente di umano, non più.

Esco dalla stanza prima e dall'ospedale poi, mi trascino le gambe per inerzia, c'è qualcosa di ignoto, una strana forza che mi spinge ad andare avanti, ma non so dire di cosa si tratta.
Quello che trovo fuori è uno spettacolo impagabile, unico al mondo.
C'è un tappeto di cadaveri lungo la strada, auto ribaltate e un residuo di vita passata sparsa ovunque come immondizia.
Cammino...sempre...
Mi guardo intorno quando ad un certo punto ricevo uno spintone alle mie spalle e mi ritrovo a terra come un imbecille. Ho battuto anche la testa ma non ho avvertito alcun dolore.

Mi rialzo e vedo in faccia lo scostumato che mi ha fatto cadere. Per essere un mio "simile" questo qui a bruttezza mi supera di gran lunga. Praticamente una maschera di sangue, senza un occhio (ecco perchè mi ha colpito, manco vede sto cretino!) e con un braccio e mezzo. L'ho fissato per qualche secondo e poi ho capito che non era il caso di star li e aspettarsi delle scuse da parte sua.
Subito dietro di lui ne arrivano altri, camminavano tutti insieme verso un'unica direzione. Sembrava un corteo funebre ma senza la bara di testa.
Mi unisco al gruppo, senza chiedermi perchè.
Capisco e percepisco insieme a loro quella misteriosa forza che ci spinge a proseguire, ad andare avanti.
Abbiamo una meta, una destinazione, un motivo per camminare.
Non esiste più il tempo o quanto meno non è calcolabile, ma stiamo camminando tanto.
Finchè qualcosa attira la nostra debole attenzione.

Le urla erano chiare e limpide anche perchè ben si distinguono dai nostri mugugnii e rantoli. Non è uno dei nostri, è una di loro.
Incastrata con le gambe sotto le lamiere di un'auto la donna grida a squarciagola.
Ci vede arrivare in lontananza e lei grida ancora più forte, sembra una scrofa al macello. Così improvvisamente il nostro passo si fa più celere, più incalzante.
Ci avviciniamo a lei con ansia, con desiderio; io stesso provo questa sensazione di eccitamento.
Ed ecco dunque, ho capito si, la mia forza qual è, la sento, la seguo, mi avvicino con foga insieme ai miei nuovi compagni che si accalcano per raggiungerla, la sentiamo vicina, sempre di più vicina, sempre più.
Forse perchè rispetto agli altri io sono il più "fresco", ma arrivo prima di tutti; il volto della donna è a un palmo di naso da me e ora c'è soltanto una cosa che mi resta da fare, che DEVO fare.
Quella forza, il mio istinto, il mio nuovo io mi spinge a farlo.
La mia bocca si spalanca...solo per te, donna mia.....io sono TORNATO!

Autore: Vyns

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