martedì 8 ottobre 2013

"L'inizio della fine"

Ci troviamo in un piccolo villaggio dell’ Italia centrale dove la vita da anni scorre tranquilla e nulla turba la pace degli abitanti. Ma tutto sta per cambiare; la vita degli abitanti verrà sconvolta, irreparabilmente…  Ken, un giovane orfano scappato dalla patria, sta tornando a casa dopo una giornata con gli amici quando, tagliando in un vicolo, nota un barbone che non aveva mai visto prima. Emanava un odore nauseabondo ma ciò non impressionò il nostro protagonista perché ”è un dato di fatto che i barboni puzzano terribilmente …” Tranquillamente tornò a casa senza riferire nulla, facendo l’errore più grave della sua vita che di li a poco forse sarebbe finita.

“Sono tornato”  disse entrando a sua madre. Senza prestare la minima attenzione alla risposta o al padre che guardava un notiziario, ken filò in camera sua sul letto armato di i-pod. Ma spostiamoci per un istante al salotto dove era in onda il notiziario per vedere anche noi cosa succede:veniva annunciata con immensa gioia la scoperta di una nuova formula,che secondo gli esperti era in grado di curare le malattie incurabili più mortali e che era talmente sicura che dal giorno dopo sarebbe stata in commercio su scala mondiale a loro detta. Detta così la cosa sembra normale, nulla di anomalo. Passa qualche giorno e viene indetta un’edizione straordinaria su ogni notiziario e giornale del mondo intero:” IL NUOVO FARMACO RECENTEMENTE SCOPERTO STA AVENDO EFFETTI DEL TUTTO OPPOSTI A QUELLI ANNUNCIATI: LA MORTALITà è AUMENTATA DEL 30% E NON SI SA COME FERMARE IL PROCESSO”. Era una notizia preoccupante e  certamente molto grave, ma per chi non avesse assunto il farmaco non ci sarebbero stati problemi. Ken tornando a casa qualche giorno dopo aver sentito la notizia, sbaglia strada e va a finire in un bosco … scende la notte, l’aria si raffredda e ken non sa dove andare. Camminando a casaccio trovò una strada sterrata e fangosa che non aveva mai visto ma che,dai segni dei copertoni molto evidenti,era molto  battuta. La seguì sperando che sarebbe tornato a casa ma dopo circa tre ore di marcia al freddo giunge a una recinzione al di la della quale non si vede granchè a parte un capanno. Dato che minacciava pioggia raccolse le ultime forze(dobbiamo precisare che il nostro protagonista è incauto e spericolato e che se evita qualcosa lo fa solo per mancanza di forze)e scavalcò la rete. Il capanno c’era davvero,diroccato ma c’era. Vi entrò e spossato dormì il sonno dei giusti per l’intera notte. A giorno fatto, dato che a casa non aveva di meglio da fare e, ribadisco non pensava mai alle conseguenze delle sue azioni,si guardò attorno e scoprì di trovarsi all’interno di un’industria FARMACEUTICA specializzata in farmaci sperimentali(notare il collegamento). Ken con la sua mente da adolescente 16enne non collegò subito il nuovo farmaco con il luogo dove si trovava quindi entrò nell’edificio centrale a dare un occhiata ai macchinari. Entrando fu costretto a tapparsi il naso con la maglietta a causa di un fortissimo odore di morte putrefazione e decomposizione ma non vedeva alcun cadavere in giro.

“CAZZO! ‘sto odore mi da la nausea ma devo capire cosa succede qua!” automaticamente la sua mente senza che lui ci pensasse collegò l’odore di quell’ambiente all’odore sentito nel vicolo vicino al barbone. In lui finalmente scattò la scintilla che tutti aspettavamo e collegò i fatti degli ultimi giorni alla scoperta appena fatta. “ZOMBI” esclamò tanto forte da rimanere semi-assordato dall’eco prodotto dalle pareti dell’edificio.

Improvvisamente si rese conto di ciò che aveva fatto,era andato a istigare il leone nella sua tana, i sudori freddi cominciarono a rigare la sua robusta schiena da adolescente,e iniziò a provare un senso di terrore indomabile che lo spingeva a correre,scappare,nascondersi. Non riuscì a fare niente di tutto questo dal momento in cui sentì alle sue spalle un ansimare animalesco , lento e irregolare, famelico. Lentamente si voltò, e la visione che ebbe avrebbe stroncato anche il più forte dei cuori. Una massa informe di corpi decomposti e cadenti con mandibole scardinate, dita completamente staccate dalla mano rette solo da un sottile strato di pelle, organi a vista,intestini quasi interamente svolti e sguardi ormai disumanizzati e vuoti desiderosi solo di carne fresca. Ken era pietrificato ma nelle sua testa aveva capito la causa di tutto ciò: IL FARMACO quello che doveva salvare milioni di vite e che stava invece distruggendole. Erano questi i veri effetti collaterali non quelli annunciati dai media. Ciò implicava una seconda deduzione logica: il mondo si stava lentamente riempiendo di zombie famelici,nessuno se ne sarebbe potuto accorgere e ken sarebbe rimasto solo insieme a pochi altri sopravvissuti(se ce n’era qualcuno) aspettando la morte senza poter reagire. Eravamo rimasti a ken, fermo immobile per la paura, che se non si sbrigava a muoversi sarebbe rimasto li per sempre. Ebbe uno scatto, le sue gambe si mossero e iniziò a correre verso l’uscita senza che gli zombi,fortunatamente, lo seguissero. Trovò la strada di casa,corse fino a farsi scoppiare i polmoni, entrò in casa sua per trovarsi di fronte i suoi genitori adottivi e una muraglia di altri zombi molto meno decomposti, quindi ancora in grado di prenderlo. Corse di nuovo trovò una macchina aperta si chiuse dentro e partì andando verso un vicino paese che aveva un negozio di armi ben fornito.  Durante il tragittò gli si spappolarono sul parabrezza talmente tanti crani da impedirgli di vedere ma per fortuna in mezz’ora arrivò a destinazione. Scese corse, corse e corse arrivò al negozio e prese l’arma che aveva sempre visto nei film a tema zombesco: un fucile a pompa Reminghton. Si era sempre immaginato lui a spappolare zombi, allora ripreso il suo carattere imprudente si coprì di proiettili e usci ad affrontare l’orda. Uccise un centinaio di zombi riportando momentaneamente la tranquillità poi mentre mangiava cibo in scatola rubato dal vicino supermercato pensò al futuro, al suo futuro, come avrebbe fatto da solo, se avrebbe resistito o no. Con le nozioni prese dai film mise insieme un equipaggiamento composto da fucile proiettili cibo e kit medico e, con la consapevolezza che si trovava nella vita reale e non nel videogioco di Resident Evil, iniziò a camminare in direzione nord con l’aria di uno che sapeva le difficoltà che avrebbe incontrato ma che era deciso a sopravvivere. Il suo cammino era iniziato, non aveva una meta, ma si sentiva maturo e pronto a rischiare il tutto per tutto per salvarsi….

Autore: Tommaso Meccia

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