venerdì 4 ottobre 2013

"SONO ARRIVATI" (05)

Roberto, Mike e Giò erano diretti alla centrale di polizia. Per arrivarci però, secondo le parole di Giò, dovevano passare all’interno di alcune strade che probabilmente sarebbero state pericolose. Roberto dentro di se sperava sempre di potersela cavare senza troppi scontri, era convinto che non tutte le strade fossero piene di zombie ma a preoccuparlo più di tutto erano le condizioni non molto buone del suo amico Roberto; quest’ultimo però sembrava riuscire a badare a se stesso.

< Perfetto, adesso giriamo al prossimo vicolo così arriviamo prima, tenetevi pronti, non si sa mai! > Giò era molto carico, aveva 25 anni ma sembrava molto più grande, il suo viso con un po’ di barba che in alcuni punti era poco folta rispetto ad altri lo facevano sembrare più grande di qualche anno ed i suoi capelli a caschetto che coprivano metà della fronte davano l’idea di un bravo ragazzo.


I tre uomini si diressero al vicolo, Giò era tre metri più avanti a Mike e Roberto perchè guidava il gruppo e la prima cosa che vide furono 3 zombie che immediatamente si diressero verso di loro.

< Che palle! > Gridò Roberto.

< Giò! Non buttarti addosso a loro o rischio di spararti! > Disse Mike che stava per sparare. Giò però era già arrivato davanti allo zombie più vicino e con la sua mazza da baseball con un colpo netto e preciso dall’alto verso il basso distrusse il cranio del nemico. Successivamente si diresse verso gli altri due Zombie che si trovavano molto vicini fra loro. La stessa azione quasi sicuramente sarebbe stata rischiosa perché dopo aver colpito uno dei due nemici l’altro avrebbe avuto un attacco facile da portare a termine. Roberto, come già visto in precedenza, notò l’avventatezza di Giò e sapendo quindi del rischio che correva in quel momento scattò con un abile movimento di fianco al ragazzo riuscendo ad azzerare la distanza che precedentemente li divideva; con la sua ascia colpì lo zombie di fianco a quello che Giò aveva mirato ed in contemporanea entrambi eliminarono il pericolo.

Mike subito dopo si avvicinò verso Giò e lo prese per la maglia, lo sbattè sul muro vicino e quasi sollevandolo di qualche centimetro disse:

< Senti, ammetto che averti in squadra è utile ma se pensi che continuerò a guardarti fare Rambo con quella mazza senza ragionare un attimo è meglio se mi ammazzi perché potrei farlo io. > In quel momento lo lasciò e continuò dicendo: < Ti stiamo seguendo perché conosci la città e sai come arrivare il prima possibile alla centrale, se ora morivi ci saremmo ritrovati in mezzo ad un vicolo sconosciuto e chissà come e quando saremmo arrivati alla centrale. Ricordati che non sei da solo ok!? E scusami se ti ho preso in quel modo ma mi fanno incazzare questi atteggiamenti…>

Roberto, cercando di sdrammatizzare quella situazione, ed avendo paura di una pesante reazione di Giò, disse: < Ah Ah Ah sarà colpa dell’influenza! Non prendertela Giò! >

Il ragazzo sorrise, guardò in terra, riprese la mazza che gli era caduta quando Mike l’aveva sbattuto al muro e disse: < Hai ragione…sai, so che questo non è nè un film né un videogioco ma negli anni ne ho viste e vissute molte di queste situazioni ed ho imparato che più aspetti e peggio è, bisogna agire… >

< Ma che dici? Qui non siamo in una storia inventata! Questa è la realtà! > Gridò Mike.

Giò si incamminò fuori dal vicolo e disse:

< Va bene. Non perdiamo tempo, non siamo lontani dalla meta. >

I tre continuarono la corsa verso la centrale e quando entrarono in un altro vicolo di colpo Giò si fermò e disse:

< Fermi… >

Ci fu un attimo di silenzio e si sentirono alcuni colpi leggeri e quasi impercettibili da una delle due pareti del vicolo. La stradina era larga soltanto tre metri e in entrambi i lati si trovavano alcune finestrelle di vari garage e cantine più due scale anti-incendio, una per lato e più in altro fra i vari piani delle due palazzine vi erano le finestre dei vari appartamenti.

< Pensate anche voi quello che penso io? > Disse Mike. Subito dopo Roberto disse:

< Ed aspettavano noi per uscire!? >

Giò immediatamente disse:

< Saranno una trentina di metri, subito dopo si arriva alla strada dov’è la centrale, direi di muoversi ma allo stesso tempo cerchiamo di non fare rumore… >

Giò si incamminò lentamente e ogni passo che faceva guardava in alto come per tenere d’occhio la situazione. Si sentivano chiaramente dei rumori provenienti dalle finestre. Probabilmente erano Zombie che tentavano di uscire.

< Non sarebbe meglio scattare verso la fine? > Disse Roberto.

< No - rispose Giò - Se ci sentono ci saranno addosso in un istante, fidati. >

Erano a metà strada quando alcune finestre si ruppero e i vetri caddero attorno e addosso ai tre.

< Merda! > Gridò Mike.

< Cosa non ti è chiaro di “cerchiamo di non fare rumore”? > Disse Giò.

< Ma fottiti, corriamo! >

Mike scattò superando Giò, Roberto lo seguì e Giò pensò “Ma non stava male?” E corse anche lui verso l’uscita. Alcuni zombie però si gettarono letteralmente giù dai vari piani delle finestre rotte ritrovandosi davanti e dietro al gruppo che fu costretto a fermarsi e a constatasi della brutta situazione: una decina di zombie dopo quella caduta cominciavano a rialzarsi. Dietro erano in sei, davanti in quattro. Uno di loro si trovava vicinissimo a Mike che si sentì toccare la caviglia, abbassò lo sguardo e notò che uno Zombie a pancia in giù lo prese con la mano per la caviglia e si voltò verso di lui alzando la testa come per dirgli “Ti ho preso”. Senza pensarci un attimo Mike sparò col fucile per terra e frantumò il braccio dello zombie riuscendo quindi a liberarsi. Poi si voltò verso l’uscita e vide i quattro zombie. Lo spazio era poco, bisognava liberarsene o i tre uomini sarebbero morti.

< Pensate solo a questi! > Giò scattò verso l’uscita arrivando al primo zombie e con la solita tecnica ne uccise uno, subito dopo Roberto eseguì lo stesso attacco con l’ascia, ne restavano due che però si gettarono su Giò.

< Cazzo… > Disse sottovoce il ragazzo. Sapeva in quell’attimo di non fare in tempo a colpire nessuno dei due zombie così si abbassò d’istinto e si gettò all’indietro finendo con la schiena per terra. Un colpo di fucile partì da dietro, Mike colpì in pieno petto uno dei due zombie che volò in direzione opposta per tre metri, l’altro invece era ormai addosso a Giò. Roberto gridò:

< Attento Giò!!! >

Non riuscì in tempo a colpire il nemico che di colpo si senti uno sparo, ma non di fucile. Giò in pochi istanti aveva sollevato la gamba destra del pantalone, estratto una piccola pistola che aveva all’interno di una cintura attorno al polpaccio e colpì in fronte lo zombie che lo aveva quasi morso all’altra gamba.

< Per un pelo - disse Giò - se sbagliavo a sparare mi colpivo la gamba! > Immediatamente si rialzò e i tre riuscirono a passare lo zombie colpito da Mike ed uscirono dal vicolo spuntando, finalmente, in quella che doveva essere l’ultima strada per la centrale di polizia.

Roberto disse: < Cavolo Giò, e quella pistola da dove è uscita? >

< Da sotto il pantalone! Ahahahahah >

Mike e Roberto sorrisero ed entrambi pensarono a quanto fosse stato utile incontrare quel ragazzo.

Fortunatamente la via ora era libera e da lontano si poteva scorgere chiaramente l’enorme insegna della stazione con la scritta “POLIZIA” che si trovava sopra il grande ingresso. I tre uomini si trovavano a circa cento metri dall’entrata ma si fermarono.

< Non ci credo… > Disse Roberto.

< Dannazione. > Disse sottovoce Giò.

L’intera zona antecedente l’entrata era piena di zombie che si dirigevano al portone principale.

Mike aguzzò la vista e disse:

< Strano, se stanno entrando perché sono sempre in molti là davanti? Non dovrebbero diminuire man mano che entrano? Non mi pare ce ne siano altri. >

Giò capì tutto e disse:

< Il portone è chiuso! Stanno lì a spingere sull’entrata per accedere alla stazione ma non ce la fanno! >

“Ma quindi…” Pensò Roberto, poi disse:

< Quindi qualcuno si è chiuso dentro?! >

I tre si avvicinarono leggermente e notarono che tutte le finestra erano chiuse. Non c’erano dubbi, molti poliziotti erano riusciti a chiudersi dentro. Mike propose al gruppo di nascondersi dietro una panchina per non farsi vedere ma Giò subito dopo disse:

< E’ inutile stare qui, se dobbiamo entrare c’è solo un modo… >

Mike e Roberto quasi in contemporanea dissero:

< Dal retro? >

< No. Cioè sì, c’è il garage ma non ci conviene, sarebbe pericolosissimo e se troviamo gruppi di Zombie come quelli lì davanti dubito che con le nostre poche armi riusciremmo a sopravvivere. >

< Ma allora lo hai un cervello! > Disse Mike.

< Non è il momento… > Rispose Roberto.

Successivamente Giò disse:

< Parlavo di quel palazzo sulla destra. Quello attaccato alla centrale, è più alto! Entriamo in quel palazzo dal retro, altrimenti ci vedrebbero tutti, e arriviamo al tetto per poi passare su quello della stazione. >

< Qualunque cosa pur di raggiungere mia moglie…> Disse Mike.

Roberto annuì col capo ed i tre compagni si diressero verso il retro del palazzo. Durante il tragitto nessuno aprì bocca, il momento era molto delicato; sarebbe bastato un gruppo di zombie a rovinare tutto. Fortunatamente non successe nulla.

< Bene, come previsto è tutto aperto, questi palazzi sono deserti…mi chiedo quanti sopravvissuti ci siano in città. > Giò sembrava pensieroso.

I tre arrivarono tranquillamente sul tetto del palazzo e si diressero verso la centrale ma ci fu un imprevisto: il palazzo su cui si trovavano non era attaccato a quello della centrale ma si trovava a tre metri di distanza.

Roberto disse:

< Da lontano sembravano attaccati! Ora che si fa? Si salta? >

< Si può fare - disse Mike - La distanza non è eccessiva considerando che ci troviamo a qualche metro d’altezza rispetto alla centrale, quindi cadendo in diagonale dovremmo farcela. Basterà saltare di un paio di metri in lungo per poi recuperare lo spazio mancante grazie alla differenza d’altezza che c’è, come ho detto, fra il punto del salto e quello d’arrivo… >

Roberto sorrise e disse:

< Finalmente ti serve a qualcosa quella laurea in fisica! Ahahahaha >

Giò senza nemmeno avvisare saltò con una breve rincorsa e riuscì anche ad atterrare senza danni, si voltò verso i due amici e disse:

< Allora? >

“Lo ammazzo” Pensò Mike che saltò ed arrivò alla meta senza intoppi; poi disse:

< Dai Roberto! Andiamo! >

Roberto era immobile, si avvicinò all’orlo del palazzo e guardò giù.

< Non…non ci riesco… >

Roberto aveva paura delle altezze, era abituato a lavorare i campi e a stare sempre con gli occhi sul terreno. Quella era una brutta situazione per lui. Mike stava per incoraggiarlo ma Giò fu più celere e disse:

< Vertigini? Paura? Se resti li sarai carne da macello per gli zombi, non hai sentito prima? >

< Sentito cosa? > Disse Mike.

< Stai zitto. > Rispose seccamente Giò che continuò dicendo: < Prima di arrivare qui ho sentito dei rumori provenire dai piani sottostanti, gli zombie sono arrivati! A breve usciranno dalla porta che hai alle spalle, salta! >

Roberto ebbe paura ma capì che doveva saltare così si fece coraggio e saltò riuscendo a raggiungere gli altri due.

< Madonna mia…pensavo di morire… > Disse dopo l’atterraggio.

< Ahahahahahaha > Giò cominciò a ridere e mentre lo faceva disse:

< Non ho sentito nulla! Era una balla! Ah ah ah ah ah >

< Testa di… Vabbè, alla fine sono qui, è quello che conta. > Disse Roberto.

I tre subito dopo si guardarono attorno e notarono che il tetto non aveva una porta per scendere giù. Come avrebbero fatto per entrare nella centrale ora che non vi era più modo per tornare indietro?

--------------

Scritto da Domenico Losacco su idea di Gino Paolino

Nessun commento:

Posta un commento