Mike e Roberto si trovavano in un'assurda situazione. Dopo la vista di quel panorama sapevano che stavano andando incontro a qualcosa di pericoloso ma i due non avevano niente da perdere. Roberto infatti aveva appena perso l’unica ragione della sua vita, la moglie; Mike invece stava per perdere la sua ed il terrore che fosse già persa era elevato.
I due con l’automobile giunsero nei pressi della periferia e lo spettacolo visivo continuava a farsi raccapricciante: i vari fuocherelli che si vedevano in lontananza erano cataste di corpi che bruciavano; non solo, per le strade c’erano molti corpi di persone morte e, di tanto in tanto, passavano alcune automobili a tutta velocità guidate da persone che si prestavano a lasciare la città.
< E’ l’Apocalisse… > Disse Roberto. L’amico non fece in tempo a ribattere che cominciò a rallentare perché una camionetta militare gli si pose qualche metro davanti.
< Cazzo, qui sarà un casino arrivare alla centrale di polizia, ci mancavano solo i militari! >
Successivamente Roberto disse:
< Guarda il lato positivo, loro sicuramente sapranno cosa sta succedendo, chiediamogli qualcosa e speriamo ci diano qualche informazione. >
Roberto stava per uscire dalla macchina ma notò che il camion venne lentamente verso di loro cercando di accostarsi di fianco. Immediatamente Mike disse:
< Merda! Nascondi il fucile e l’ascia o rischiamo di star qui tutta la notte! >
Roberto riuscì a mettere le armi sotto il sedile ma la canna del fucile usciva leggermente fuori in avanti; quindi in quel lasso di tempo fece il possibile con i piedi e chiuse le gambe per nasconderlo al meglio.
I militari che venivano da di fronte e si trovavano sulla corsia opposta, si fermarono di fianco alla macchina per poter parlare da vicino al conducente dell’automobile ma, prima che dicessero qualcosa, Roberto disse:
< Cosa sta succedendo qui? Sembra l’Apocalisse! >
Il comandante del gruppo disse:
< La città è invasa da quei cosi, e, nonostante abbiamo provato a bruciare i loro corpi, gli infetti continuano ad aumentare. >
< Infetti? > Disse Mike
< Sì, è sicuramente una malattia. Vi consiglio di andar via perché… >
Di colpo la radiolina del comandante si mise in funzione e dall’altro lato la voce di un soldato disse:
< Qui Alpha 2, abbiamo chiesto supporto a Bravo 3 ma non sono ancora arrivati, non riusciamo a tenerli a bada, sono troppi, non muoiono mai e… >
Di colpo il soldato smise di parlare e susseguì un urlo lunghissimo…un urlo di dolore. Il comandante gridò:
< Alpha 2! Rispondi Alpha 2! Cazzo rispondi! >
I militari cominciarono a parlare fra loro e Mike, preso anche un po’ dalla tensione che quella chiamata gli aveva messo addosso, partì senza pensarci due volte ed arrivò in quarta marcia in breve tempo. La strada da percorrere per arrivare alla centrale era ancora molto lunga e dopo solo due chilometri cominciarono i primi problemi. Mike aveva appena svoltato ad un incrocio e a circa una ventina di metri dalla macchina notò la presenza di un sacco di infetti che, subito dopo essere stati illuminati dalla luce dei fari dell’automobile si voltarono verso i due malcapitati.
< Adesso basta! Vi faccio fuori tutti! >
Mike accelerò arrivando in quinta marcia pronto a investire tutti. Roberto quasi scioccato non riusciva nemmeno a parlare. L’impatto fu violento tanto che il parabrezza si scalfì e a breve si sarebbe rotto.
< Attento Mike! Se il vetro si rompe siamo fottuti! >
< Ahaaaaaaaaaaaaa > Mike era euforico e continuò imperterrito a spingere sull’acceleratore, aveva messo sotto una ventina di infetti ma purtroppo per lui non si era liberato nemmeno della metà di quelli che erano lì. La macchina cominciò a rallentare, era impossibile continuare così, in quel modo si sarebbero fermati e le cose si sarebbero sicuramente complicate. Purtroppo però quel momento complicato era già arrivato, la macchina si bloccò e Mike cominciò a fare di tutto per farla partire.
< Quei cosi di ‘sto passo entreranno! > Gridò Roberto.
Infatti il vetro posteriore della macchina si ruppe e uno degli infetti entrò dentro finendo a testa in giù fra il sedile anteriore di Roberto e quello posteriore. I due amici non si accorsero di nulla perché i vari colpi che la macchina stava subendo facevano molto rumore e, in quel preciso istante, Mike riuscì a ripartire con una manovra azzardata verso sinistra che li fece salire leggermente su di un marciapiede per poi, successivamente, tornare in strada con una virata del volante molto angolata verso destra. Gli infetti furono sbalzati in giro e quei pochi rimasti vennero presi sotto. Intanto l’inaspettato passeggero del veicolo uscì allo scoperto e afferrò la giacca di Roberto.
I due si accorsero solo in quel momento che avevano in macchina un passeggero di troppo e si fecero prendere dal panico. Roberto d’istinto si voltò il più possibile riuscendo a staccarsi dalla presa dell’infetto mentre Mike accelerò all’impazzata e colpì un corpo che si trovava sulla strada perdendo il controllo della vettura che finì contro un palo della luce. Gli airbag e le cinture di sicurezza furono fondamentali per la vita dei due uomini che, dopo qualche secondo di confusione, si ripresero e lentamente tentarono di uscire dalla macchina. L’infetto finì a tutta forza sulla parte centrale del parabrezza, poco sotto il vetro dove si trovava lo stereo della macchina e si fracassò totalmente il cranio. Roberto e Mike non ci fecero caso perché erano confusi e avevano in mente solo una cosa: andarsene di lì. Neanche il tempo di uscire che alcuni infetti nelle vicinanze cominciarono a dirigersi verso di loro.
< Merda Mike! Potevi stare più attento! >
< Si!? Se guidavi tu ora eravamo morti in mezzo a quel gruppo che ci ha assalito in precedenza. Ma l’hai vista la manovra che ho fatto!? >
< Assalito?! Sei tu che ti sei buttato su di loro! Comunque non è il momento di fare il figo, quei cosi si stanno avvicinando, sbrighiamoci! >
Mike uscì totalmente dalla macchina mentre Roberto perse quei secondi in più per recuperare da sotto il sedile le due armi, ci riuscì e passò l’ascia a Mike.
< Sbrighiamoci, stanno arrivando! > Disse Mike.
Roberto vide l’amico scattare verso una determinata direzione e mentre lo seguiva diede uno sguardo in giro e notò che quella era l’unica direzione corretta.
“In pochi attimi ha visto qual’era la giusta strada da prendere…” Pensò.
I due amici si diressero verso un gruppo di palazzi; vi era un cancello che chiudeva l’entrata per l’enorme cortile che molti di quei palazzi avevano in comune; Mike decise di aggirare l’intera zona arrivando però ad una rete d’acciaio che sbarrava la strada. Su quella rete però vi era un buco dal quale poteva passare facilmente una persona.
< Ottimo! Dai Roberto! Passiamo da qui così potremo entrare nel cortile di questi palazzi, non è certo una via di fuga notevole ma se troviamo dall’interno un modo per passare dall’altro lato e lasciare il condominio dovremmo ritrovarci per strada. >
< E se ci sono quei cosi? > Disse Roberto.
< Quei cosi sono ovunque, dobbiamo combattere ovunque andremo! >
Mike mentre parlava superò il buco della rete e Roberto, che era un po’ più possente come corporatura ebbe qualche problema. Mike disse:
< Dai! Scavalca invece di passare da qui, muoviti, stanno per raggiungerci! >
< Non posso scavalcare! Ho gli scarponi, stavo tagliando la legna in giardino dannazione! ‘Ste scarpe hanno la punta troppo grande per ficcarsi fra i rombi della rete, non posso scavalcare! >
Mike, mentre l’amico Roberto si alterava per la situazione, cominciò a tirarlo per farlo passare e ad usare l’ascia per allargare il buco; quando sembrava avercela fatta il fucile di Roberto si bloccò nella rete.
< Maledizione! Non me ne va bene una! > Gridò Roberto.
Uno degli infetti era a due metri da loro e cominciò ad allungare le braccia per afferrare l’uomo che, grazie anche alla forza dell’amico che lo tirava, riuscì all’ultimo istante a passare. Gli infetti stranamente non tentarono di passare attraverso il buco ma cominciarono ad accalcarsi sulla rete e a spingersi fra loro.
< Sembrano dei deficienti… > Disse Roberto.
< Non mi fido, andiamocene e vediamo di uscire da questo cortile…>
I due amici cominciarono definitivamente la loro avventura verso la stazione di polizia. La strada era ancora lunga ed ogni istante vissuto poteva essere l’istante che li avrebbe avvicinati alla meta, oppure quello che li avrebbe avvicinati alla morte.
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Scritto da Domenico Losacco su idea di Gino Paolino
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