giovedì 3 ottobre 2013

"SONO ARRIVATI" (01)

Era una normale sera di routine per Roberto, uomo sulla trentina, giovane contadino che da poco più di due anni, dopo la morte del padre, aveva preso con se l’attività campagnola di famiglia.

Come spesso succedeva, a settembre l’uomo cominciava a tagliare la legna per creare una scorta per il freddo inverno; si diresse nel giardino sul retro e con un’ascia cominciò il duro lavoro. Passarono pochi minuti quando un forte rumore proveniente dall’altro lato della casa colpì l’attenzione dell’uomo.

< Amò! Qualche cretino avrà colpito la porta d’ingresso, vai a vedere chi è sto fesso e digli di non farlo più! > Disse l’uomo ad alta voce rivolgendosi alla moglie che si trovava in casa. Poi pensò “Chi diamine sarà a fare uno scherzo simile? Sicuramente quel fesso del figlio di Mike, un vicino del genere è meglio non averlo…” Neanche il tempo di finire il pensiero che l’uomo fu sorpreso dal rumore di molti elicotteri militari che gli passarono a non più di una decina di metri sopra la sua testa e che, dalla direzione presa, sembravano andare verso la città più vicina.

“Che cavolo… - Pensò Roberto - quasi toccano il tetto!”

< Ahhhhahaaaaaaaaa > Un grido susseguì il forte rumore degli elicotteri e Roberto si voltò immediatamente verso casa perché aveva capito che quella era la voce di sua moglie.

Fu un istante, l’uomo arrivò all’entrata principale e lì, sul ciglio della porta, vide sua moglie in terra che aveva su di se un uomo che le stava mordendo, quasi mangiando, il collo.

< Maledettooooooo > Roberto non ci vide più e senza dare il tempo a quella persona di muoversi, con incredibile forza ed un colpo netto, ficcò l’ascia che aveva in mano nel cranio dello strano uomo che aveva attaccato sua moglie.

< Cara! Cara! Che t’anno fatto! >

Roberto si inginocchiò, si piegò verso la moglie e mettendole le braccia sotto la schiena la tirò leggermente su e finalmente vide quello che forse, fino a quel momento, in quei pochi istanti di rabbia non era ancora riuscito a vedere: l’uomo, che ormai aveva l’ascia conficcata nel cranio, aveva un viso totalmente sfigurato, sembrava un mostro, la bocca e il mento erano sporchi del sangue della moglie ed ella lo era altrettanto; non si muoveva, non respirava, aveva in viso la smorfia del terrore, la smorfia della paura, la smorfia della morte. Roberto l’abbracciò sporcandosi di sangue e cominciò a piangere. Ormai l’uomo era completamente sconvolto quando d’un tratto sentì il braccio della moglie muoversi, per un attimo Roberto smise il suo lamento e guardò il volto della moglie che notò, avere gli occhi aperti.

< S..sei…sei viva? > Balbettò Roberto. Immediatamente d’istinto l’uomo cominciò a mettere le sue mani sul collo della donna per fermare l’emorragia e tentare di salvarla ma, preso dal momento, non si accorse che il sangue non usciva più, eppure la moglie si stava muovendo, era viva, il sangue doveva necessariamente uscire fuori. Cosa stava succedendo?

Scritto da Domenico Losacco su idea di Gino Paolino

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