martedì 8 ottobre 2013

"Il Vecchio Pazzo"

Si sa, la cantina da sempre è sinonimo di mistero, inquietudine, segreti, oscurità e...paura,
soprattutto per i bambini.

Harold Franklin viveva nell'appartamento adiacente al nostro, piano rialzato, palazzina 2/B, in un piccolo quartiere di città. Le scale che scendevano al seminterrato erano in comune con l'ingresso della palazzina, ma essendo proprietà privata dell'anziano signore a nessuno era consentito l'accesso.

Che io ricordi il sig. Franklin era sempre stato vecchio o almeno l'ho sempre visto come tale. Era quello che si dice "un tipo strano" e strano lo era davvero.

Viveva solo e forse per scelta; di elevata statura fisica leggermente incurvato dagli anni, pochi argentei capelli, dal passo lento e silenzioso. Vestiva spesso con pantaloni di velluto e camicie felpate a quadrettoni larghi, stile "casa nella prateria". Era sopravvissuto alla guerra e dai segni profondi delle rughe facciali si capiva che durante la sua vita ne aveva viste tante. Di poche parole; quando lo si incontrava dispensava saluti freddi e distaccati con un semplice cenno del capo e degli occhi. Il suo comportamento lasciava ben intendere ai coinquilini: "Non mi serve niente da voi perciò lasciatemi in pace e non azzardatevi a bussare alla mia porta!"

E di sicuro io non sarei mai andato da lui a chiedere del sale; avevo dodici anni e il sacrosanto diritto di temerlo e assecondarlo.

I miei coetanei la pensavano allo stesso modo per cui rispettavamo le distanze senza mai prenderlo in giro. Tra noi però ne raccontavamo tante, lo chiamavamo: il vecchio pazzo, l'assassino, il cuoci bambini ecc...

Un tempo ci si divertiva a farsi PAURA!

La sua cantina però era per noi una sorta di ISOLA DEL TESORO. Ma cosa cazzo ci terrà mai li dentro?

Purtroppo non potevamo avvicinarci più di tanto, il vecchio era come se avesse occhi e orecchie sempre all'erta e ogni volta che provavamo a scendere o a spiarci dentro lui apriva la porta e ci guardava dall'alto senza dire nulla, ma con uno sguardo che ci metteva il pepe al culo!

Cazzo era sempre li ,non si allontanava mai di casa, se non al mattino per fare un pò di spesa o gettare la spazzatura. Faceva su e giù dalla cantina almeno tre o quattro volte al giorno. Ma cazzo non aveva parenti? Figli? Qualcuno che lo invitasse a trascorrere almeno il giorno del Ringraziamento?

Non si sapeva nulla di lui, nemmeno che lavoro avesse fatto.

Mio padre una volta accennò che si occupava di piante...di botanica...e in effetti si sentiva sempre un forte odore di fiori e di spezie provenire dal seminterrato. Era davvero un odore fortissimo e questo spiegava il perchè si recasse sempre li. Deduzione semplice, ma accettabile.

Nell'inverno del '92, una mattina, un'ambulanza si ferma sotto casa. Vediamo il vecchio...posto su una barella e portato via...da non credere! Aveva un pezzo di braccio completamente mancante, il sangue che ne fuoriusciva insozzava le bende e il lenzuolo che lo copriva...da non credere...sembrava immortale lo stronzo! Gli infermieri avevano serie difficoltà a fermare l'emorragia. Come cavolo avrà fatto a ridursi così? Che cazzo c'aveva in cantina, piante carnivore?

Se non altro avevo campo libero stavolta, il vecchio sarebbe stato via per un pò e forse non sarebbe più TORNATO. Scesi quelle scale ma la porta della cantina era rimasta perfettamente chiusa come al solito: doppia mandata, catenaccio e due lucchetti di quelli grossi.

Dopo pochi giorni dalla sua assenza non si avvertiva più l'odore dei fiori e delle spezie. Il tanfo pestilenziale che ne veniva fuori era a dir poco AGGHIACCIANTE!

Autore: Vyns

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